giovedì 30 marzo 2017

GAETANO INDOMENICO, insigne emigrante siracusano, premiato nel paese natale

Venerdì 31 marzo,  presso la sala consiliare “G.Spada” del municipio di Floridia, si svolgeranno le celebrazioni dei 390 anni della fondazione della città.
In tale occasione sarà anche consegnato il “Premio ASI Italiani nel mondo”; il riconoscimento, di portata nazionale, è stato ideato dal giornalista, di origine floridiana, Salvatore Gianmaria Italia ed è già stato assegnato a sei emigranti italiani che si sono distinti nelle attività sportive, culturali e sociali. Il floridiano Gaetano Indomenico, che emigrò nel 1964, è stato prescelto tra altre candidature per gli importanti risultati ottenuti come imprenditore negli USA e per avere promosso attività sociali ed imprenditoriali nella natìa terra siracusana. Indomenico ha anche il merito di avere promosso il gemellaggio tra Hartford e Floridia. Nella foto il sindaco Scalorino con la bandiera del Connecticut mentre sulla parete sono affissi documenti a testimonianza del gemellaggio.
(vietata la riproduzione)

La cerimonia ufficiale avverrà alla presenza di parlamentari, vari rappresentanti di istituzioni e del vicepresidente dell'Assemblea Regionale On Lupo a cui toccherà il compito (e l'onore) di consegnare la targa-premio dell'ASI che sarà rappresentata dalla propria presidente regionale Prof Maria Tocco e dal presidente provinciale di Catania Angelo Musmeci che ben rappresenta l'attività del Premio nella Sicilia Orientale.
Italia, che tra l’altro è padre di una manager emigrata sette anni fa in Lussemburgo, ha voluto istituire questo premio per tutti quei nostri connazionali che all’estero, vivendo lontani dai riflettori della celebrità, non cercano prime pagine ma esprimono ogni giorno il loro talento, perché di talento si tratta quando operi in terra straniera e devi affermarti tra altri stranieri, sei giudicato/a da stranieri e mantieni inalterate le tue caratteristiche, le tue virtù, le tue origini.  Sono risorse che contribuiscono alla crescita del paese che li ospita mentre il cuore resta comunque in Italia. Questo premio è un riconoscimento a quelle speranze divenute certezze.
 
il sindaco Orazio Scalorino, Gaetano Indomenico e Gianmaria Italia
In precedenza il giornalista Italia era stato ricevuto in municipio dal Sindaco Avv. Orazio Scalorino insieme al Sig Gaetano Indomenico, a sua moglie Tina Spada e al fratello Ettore, imprenditore di Floridia; era altresì presente il deputato del Connecticut Joseph S.Mioli
J.S.Mioli, Gaetano e Ettore Indomenico, il sindaco Scalorino e Tina Spada

mercoledì 29 marzo 2017

Il protezionismo USA e le conseguenze della Brexit

A raffreddare i (troppo) facili entusiasmi di chi, in Europa, aveva applaudito l'elezione di Trump ecco la notizia: gli USA stanno varando l'applicazione di una serie di dazi doganali sull'importazone di prodotti che caratterizzano la qualità europea. 
Sembra infatti che, tra gli altri, ne risentiranno brand come Piaggio e San Pellegrino, oltre alla Perrier e il formaggio Roquefort.
Intanto ieri, il discorso ai Comuni con cui la signora May ha proclamato l'uscita della Gran Bretagna dall'UE, è stato accolto in modi opposti: fischi e applausi. Daltronde, come smentirsi sebbene la sterlina abbia già perso il  17%? Va ricordato che era già scesa a meno dell'euro nell'ottobre del 2016.
Certo che ne beneficerà l'export britannico, ma l'effetto è anche nella fuga di capitali ...e non è un bel segno. Intanto l'investment banking (Goldman Sachs e Morgan Stanley) cerca nuove sedi nell'Europa fedele a scapito di migliaia di posti di lavoro...
Chissà se certi nostri parlamentari che incoraggiano un analogo passo del'Italia se ne sono resi conto. Pensino invece a rafforzare i valori dell'Unione che, in barba agli euroscettici, fa paura a certi ambienti USA.

lunedì 20 marzo 2017

Brexit e Voucher: due errori, gravi errori

L'esito del leave dall'Unione Europea da parte dei Britannici e la cancellazione dei voucher hanno immediatamente portato a ripensamenti, serie riflessioni sulla validità di tali provvedimenti che si sono rivelati sbagliati.
Se è uguale il risultato, ben profondo ciò che li distingue: nel primo caso fu il frutto (emotivo) di un referendum (la procedura d'uscita dall'UE inizierà il 29 marzo) mentre per i voucher il colpo di spugna l'hanno adottato nostri strapagati parlamentari 
Le conseguenze le sto ascoltando nella trasmissione L'aria che tira (La7) ...ed erano comunque nella logica delle cose, come si più leggere nel mio post del 17 marzo. Inqualificabili.

domenica 19 marzo 2017

"Soldata in ostaggio", l'italiano di Repubblica

Quella corretta declinazione al femminile adottata oggi da Repubblica, sia nel titolo che nell'articolo, è la dimostrazione che quando un/una giornalista di penna dedica la massima attenzione a ciò che scrive ..."fa testo"; d'altronde Anais Ginori è una giornalista figlia d'arte.
Da tempo vado sostenendo che soldato, essendo il sostantivo del verbo assoldare, al femminile non può che essere soldata; per cui, visto il dilagare di "soldatessa" (mamma quant'è brutto) è da applaudire la controtendenza del quotidiano diretto da Mario Calabresi* e auspico che altri seguano le sue orme. 

p.s. sarà pura coincidenza, ma proprio ieri sono passato per via Cherubini è ho sostato in quel parcheggio dove, nel 1972, venne ucciso suo Papà, il commissario Luigi Calabresi

venerdì 17 marzo 2017

VOUCHER, sbagliato eliminarli

La commissione Lavoro della Camera, eliminando i voucher, ha indotto i deputati a commettere un errore che potrebbe rivelarsi grave perché ha creato un VUOTO NORMATIVO. I primi colpevoli sono quei sindacalisti che, facendo ricorso al referendum, hanno voluto avviare una battaglia ideologica che avrà, proprio nei lavoratori senza occupazione, le vittime. 
Alquanto discutibile l'affermazione di Susanna Camusso, leader della CIGL e sostenitrice dell'abolizione attraverso il referendum: "E' un grande successo. Bisogna, in questi casi, avere molta pazienza e sapere come stanno esattamente le cose." Certo che lei non ha problemi di salario, e neppure gli altri dirigenti sindacali; non si rendono conto che con quei voucher un lavoratore risolve il problema del pasto quotidiano e tenta anche quello delle bollette di luce e gas. 
E' infatti ben poco immaginabile che piccoli imprenditori traducano in assunzioni quelle collaborazioni non più retribuibili con i voucher, un mezzo che ha supplito a migliaia di situazioni critiche di disoccupazione.
Corretta ed appropriata l'opposizione mossa da Confimprese, ma quando il rapporto quotidiani dei politici è prevalentemente nei corridoi di partito che nel dialogo con il mondo del lavoro, con le imprese e i lavoratori, non potevamo aspettarci che questo risultato.
Senza i voucher si può immaginare che la necessità occasionale di una prestazione d'opera si tradurrà in un ricorso al lavoro nero, così avremo meno gente occupata (con un salario ufficiale) e un numero, certo inferiore, di lavoratori pagati sì, ma ancor più precari.

giovedì 16 marzo 2017

BREXIT nella confusione

Per Theresa May gli studenti che arrivano nel Regno Unito sarebbero da considerare "immigrati". Una deduzione alquanto fuori dalla logica che sta mettendo in crisi anche lo schieramento governativo britannico.
Un affronto ai sostenitori di Erasmus e un argomento su cui riflettere per tutti quegli euroscettici che avevano applaudito l'esito della Brexit senza riflettere sulle sue conseguenze e, per quanto si dicono le ultime cronache,  dimostra l'approssimazione e sconsideratezza con cui si è voluto portare la popolazione ad un referendum sul cui esito in tanti hanno avuto seri ripensamenti e...pentimenti. Non è casuale il mio riferimento a certi paladini nostrani che avevano applaudito il LEAVE (dimenticando?) di percepire il loro lauto stipendio proprio dall'Europarlamento.
Dovrebbero riflettere anche sull'esito delle elezioni in Olanda dove non ha vinto la democrazie ma il buonsenso.

giovedì 2 marzo 2017

"Usciamo dall'UE!" Suvvia, prima documentiamoci.

Che i Britannici si siano guardati in faccia attoniti dopo l'esito della Brexit è cosa nota, altrettanto noto è che già si parla di un contro referendum, così come si sa dell'iniziativa degli Scozzesi per tornare nell'UE mentre non escludo un anelito indipendentista nell'Irlanda del Nord.
E' alquanto significativo che Theresa May si sia appellata all'art 50 del Trattato di Lisbona (clausola di recesso) per prendersi tutto il tempo possibile, due anni, prima di ...sbattere la porta.
Si stanno rendendo conto che i grandi proclami di autonomia non facevano partire alcun programma concreto di miglioramento: la globalizzazione ha dato una misura alquanto minima al peso internazionale che avrà l'uscita della Gran Bretagna.
Intanto ci si confronta con i disagi, se non le paure che questo risultato avrà sulla manodopera UE che vive nell'isola, solo di Italiani se ne contano 600.000 che sono impiegati in varie professioni: dal cameriere, al commesso, all'infermiere, all'esperto contabile, al dirigente d'azienda: tutta gente che si è messa in gioco e sta facendosi onore, ma che rischia di essere emarginata. Tuttavia sono anche ruoli che i Britannici sapranno rimpiazzare con la stessa determinazione con cui hanno tracciato una croce su LEAVE?
Chi, anche in Italia, sbandierava consensi per la Brexit, ci aveva pensato? Si preoccuperà di trovare un nuovo impiego per i propri connazionali sfrattati? Se usciamo anche noi dall'UE che lavoro andrà a svolgere qualche nostro europarlamentare euroscettico?  Se occupa quel seggio deve  attivarsi per migliorate il mercato europeo, non smantellarlo.
Intanto, guardando il pratico, ecco un piccolo ma significativo esempio: non dimentichiamo che, con l'uscita dall'UE, tutte le merci da e per il Regno Unito subiranno un'operazione doganale, così come si fa per quelle da e per la Svizzera, la Russia, la Tunisia, eccetera con aggravi di tempi e costi...