sabato 15 aprile 2017

Pensioni e aspettative di vita

L'Istat, nell'Annuario statistico, ci ha informato che, accanto al continuo calo delle nascite: dagli 8,3 nati per 1000 abitanti si è passati l'anno scorso a 8 (malgrado il contributo degli immigrati che, comunque, non generano molti figli), l'aspettativa di vita è diminuita passando dall'età di 80,3 a 80,1
Il numero dei decessi nel 2015 ha raggiunto quota 647.571, è cresciuto di 49.207 unità rispetto all'anno precedente
Da tempo vado sostenendo che l'aspettativa di vita non corrisponde a quei parametri semplicisti che ci stanno propinando e la spiegazione è alquanto semplice: gli attuali ottantenni e novantenni hanno superato indenni (o quasi) molte difficoltà quali malattie infantili e denutrizione infantile grazie alla loro forte fibra, non è lo stesso per coloro che sono nati dopo gli Annì'50 che hanno potuto godere di migliori tutele sanitarie e nutrizionali permettano di allungare la proria vita fisica, sì ma fino a quando? Non si dimentichi che hanno beneficiato di "aiuti esterni" mentre i loro genitori e i fratelli maggiori hanno fatto tutto da soli, con le proprie forze di base.
Considero pertanto semplicistico e alquanto di comodo alzare l'età pensionistica (che serve ad aiutare i bilanci statali) mentre a 50, anni un lavoratore è fuori dal mercato. 
E poi a che serve fissare un limite di vita fisico quanto quella mentale, neurologica comincia a zoppicare prima? Vuoi vedere che hanno ragione quelle società di autonoleggio che applicano un extra costo per conducenti di età superiore ai 70 anni?

Nessun commento:

Posta un commento