sabato 31 dicembre 2016

La denuncia di Papa FRANCESCO: "debito verso i giovani costretti ad emigrare"

Ci voleva Papa Francesco a riportare l'attenzione sulla realtà, una dura triste realtà: l'emigrazione giovanile.
Lo vado sostenendo da lungo tempo: venticinque anni fa da testimone diretto, poi da giornalista e da sei come padre: l'emigrazione italiana non è mai cessata, ma i maggiori giornali e i politici l'hanno sempre ignorata o snobbata; nei talk show ospitano quasi sempre opinion maker con scarsa conoscenza della realtà, quindi inadeguati. Quando poi non sono invitati solo per presentare il loro ultimo libro.... Ve ne siete accorti, vero
Ci sono voluti, purtroppo, i tragici fatti del  Bataclan a Parigi  con la morte di Valeria Solesin e  ai mercatini di Berlino con quella di Fabrizia Di Lorenzo per scoprire (!!!) che le nostre giovani non erano lì in gita organizzata ma per trascorrere qualche ora di spensieratezza, una parentesi concessa dallo studio o  dal lavoro all'estero: punte di un iceberg immenso.
Papa Francesco ha dato testimonianza di tutto questo. Nell'omelia del Te Deum di ringraziamento per l'anno che si stava concludendo, ha dichiarato:
"Non si può parlare di futuro senza assumere responsabilità che abbiamo verso i nostri giovani; più che responsabilità la parola giusta è debito. Li abbiamo emarginati e costretti ad emigrare o a mendicare occupazioni che non esistono".
Ora vorrei poter guardare negli occhi tutti quegli stolti che hanno sempre girato lo sguardo dall'altra parte, a quei politici che hanno privilegiato la loro carriera per raggiungere od incrementare il loro vitalizio, che occupano posti di alta responsabilità statale senza avere un "pezzo di carta" all'altezza del compito mentre chi lo possiede (Fabrizia aveva conseguito due lauree e frequentato un master tedesco!) deve fare le valigie, lasciare la famiglia in lacrime e cercare il futuro lontano da casa, all'estero.
Ma questi strapagati sedicenti onorevoli che si trincerano dietro la più fasulla delle difese: "siete i qualunquisti dell'antipolitica" (li correggo subito: siamo avversi a politici di tale risma) hanno mai provato a cercarsi un lavoro e a difenderlo?
Per molti probabilmente NO, e allora facciano i bagagli e vadano all'estero e provino a sostituire quei nostri talenti che invece andrebbero benissimo ad occupare posti di responsabilità in Italia, cosa che fanno all'estero; li voglio indietro perché, grazie alle loro capacità, oggi contribuiscono alla crescita economica del paese che li ospita e, giustamente, gratifica.

venerdì 23 dicembre 2016

DANKE ITALIA, ma non mancano i saccenti dell' "era meglio prenderlo vivo"

Sono alquanto perplesso che siano stati divulgati nomi e volti dei due agenti di Polizia, addirittura da elevate cariche del Governo.  A me preme invece mettere in rilievo il messaggio della Polizia berlinese e quanto la stampa estera ha titolato per questa importante operazione:

"Grazie e pronta guarigione ai colleghi feriti. Danke fur die Understutzumg & gute Besserung dem verletzten Kollegen". (Polizei Berlin)

 e questi i titoli:

"Terror in Berlin. ES IST VORBEI!"(Bild) che il giorno dopo onorava il nostro poliziotto "Der Held von Mailand" (l'eroe di Milano)

Attentaeters Amri in Mailand   (Frankfurter Allgemeine Zeitung)

Anis Amri in Mailand erschossen   (Die Tageszeitung)

So kam der mutmasslicher Attentater Anis Amri nach Mailand (Welt)

Anis Amri in Mailand erschossen   (Der Spiegel)

Polizei fand Anis Amri duch Zufall  (Sudedeutsche  Zeitung)

L'auteur présumé de l'attentat de Berlin Ansi Amri a été tué dans une fusillade à Milan  (Figaro)

Attentat de Berlin: le suspect tunisien, Anis Amri, a été abattu à Milan   (Le Monde)

Berlin terror suspect shot dead in shootout with Italian police (The Times) 

Berlin Rampage Suspect killed by Italian Police in Gun Battle (The New York Times)


Ovviamente non potevano mancare commenti per distinguersi, magari pure in buona fede, come chi ha affermato, anche su giornali, “Era meglio prenderlo vivo”. Certo che col senno del poi se ne possono dire tante; spiego loro che non sempre è possibile, anche perché i due poliziotti non potevano immaginare di avere di fronte il più ricercato terrorista d'Europa, oltretutto l'agente ha sparato immediatamente e con precisione reagendo ad un attacco criminale.
Basta riandare ad altre cronache per rilevare che negli scontri a fuoco i terroristi sono sempre stati freddati . E poi, chi ce lo dice che, una volta arrestato, Anis Amri avrebbe parlato? Non escludo invece che, dopo qualche giorno, avremmo assistito alla presa di distanza di questa o quella associazione ipergarantista, alle iniziative di solidarietà di questo o quel movimento o partito intenzionato ad andare a confortare il terrorista in prigione: un'arancia o una sigaretta non si negano a nessuno.

A proposito: la consigliera 5 stelle Buscaglia, che ha recriminato per la sua morte, avrà scritto qualcosa su Fb dopo la strage di Berlino in cui sono state uccise 12 persone ....innocenti?

mercoledì 21 dicembre 2016

GIOVANI VITTIME DEL TERRORISMO e l'ipocrisia della politica

La tragedia ai mercatini di Berlino, come quella del Bataclan di Parigi e l'atroce martirio perpetrato in Egitto hanno indotto cronaca e politica ad occuparsi di tre Italiani, giovani connazionali con un curriculum straordinario, decisamente ammirevole che non ha però trattenuto in Italia Fabrizia Di Lorenzo, Valeria Solesin  e Giulio Regeni.
Un puro caso, una tragica, orrenda coincidenza ci ha portato a conoscerli e ora sappiamo che sono nostri Ragazzi, splendidi portacolori dell'Italia che, purtroppo, non ha saputo dare loro uno sbocco professionale, una strada da percorrere e dove esprimere il loro valore: l'hanno trovata emigrando. 
Come loro decine di migliaia d'altri, altro che choosy.
Potremmo replicare che è nelle cose che uno cerchi di realizzarsi fuori dai confini di casa, ma non è così quando apprendiamo del ridotto livello di studi di molti nostri politici, di molti che occupano le stanze della politica, del potere in settori della nostra burocrazia.
Non spendiamo ora demagogici e retoriche frasi di circostanza.
No, il ricordo di Fabrizia, Valeria e Giulio punta idealmente il dito accusatore su tutto questo, su risorse che perdiamo e dimentichiamo.
     SI ONORINO I NOSTRI ITALIANI ALL'ESTERO
L'unico ente nazionale che si è ricordato di loro, istituendo un premio, è ASSOCIAZIONI SPORTIVE SOCIALI ITALIANE          www.asinazionale.it  

martedì 20 dicembre 2016

DI LORENZO, SOLESIN, REGENI, luminosi esempi di nostri Italiani all'estero

Dopo che il ministro Poletti ha messo in video scuse e chiarimenti, il suo "volevo spiegarmi meglio", dopo l'infelice quando inappropriata affermazione sui nostri giovani all'estero mi sono ricordato di una inqualificabile affermazione dell'allora ministro del welfare Elsa Fornero: "Sul lavoro non dovete essere schizzinosi" (23 ottobre 2012).
Ho più volte qui denunciato che i nostri giovani, salvo particolari eccezioni, cercano di affermarsi, si rimboccano le maniche, ma fuori dalla porta di casa hanno ben poco, salvo che non abbiano parenti nella politica e allora sbocchi da assistente portaborse o in qualche ufficio studi o stampa si riesce quasi sempre a trovarli.
La dolorosa cronaca delle ultime ore, l'attentato a Berlino dove stiamo palpitando per la sorte di una nostra connazionale, la 31enne FABRIZIA DI LORENZO, mi ha indotto a cercare il suo profilo su LinkedIn:
"Fabrizia lavora da tre anni a Berlino; dopo l'Erasmus alla Freie Universitat di Berlino ha conseguito laurea triennale a La Sapienza e una magistrale all'università di Bologna poi ha frequentato un Master Deutsch fuer die Wirtschaftskommunikation, German for the economics communication."
Insomma, sembra una che ha battuto la fiacca, che sembra abbia preferito darsi al divertimento piuttosto che allo studio? Invece no, è un'ammirevole Italiana che si è impegnata al massimo, ma che ha dovuto emigrare, confrontarsi con stranieri per esprimere il proprio talento. Una ragazza meravigliosa!
E come lei VALERIA SOLESIN
Dalla sua scheda pubblicata dall'INED - Institut national d'études démographiques leggiamo che la giovane ricercatrice veneta, stroncata a Parigi dal piombo dei terroristi, aveva conseguito gran parte dei suoi studi superiori in Francia. Iscritta inizialmente ad una doppia laurea in “Società, politica e istituzioni europee” a Trento e “Sociologia” a Nantes (2009), si è poi associata l'anno seguente a l'EHESS (Scuola di studi superiori in scienze sociali) a Parigi. I primi lavori, condotti durante il Master in “Sociologia e statistica”, l'hanno portata ad interessarsi ai “fattori che influenzano i progetti di fecondità in uno studio comparativo tra la Francia e l'Italia” (2011). L'anno seguente, Valeria si è poi iscritta all'istituto di demografia dell'università di Parigi 1-Panthéon-Sorbonne (Idup). Il suo progetto di ricerca comincia quindi a definirsi ed è in questo momento che presenta la sua seconda tesi, questa volta in demografia: “Avere due figli in Italia? Vincoli e opportunità”.
E che dire di GIULIO REGENI? La sua orrenda fine e il velo d'omertà che ancora copre i suoi ultimi giorni di vita hanno messo in secondo piano tutto il suo lodevole percorso di ricercatore quando, ancora minorenne, andò a studiare nel New Mexico (Usa) e poi nel Regno Unito. Vinse due volte il Premio Europa e Giovani e lavorò per l'ONU; stava conseguendo un dottorato di ricerca presso il Girton College prima di essere massacrato in Egitto dove si era recato per una ricerca presso l'Università Americana del Cairo.

AI NOSTRI POLITICI UN INVITO: APRITE GLI OCCHI E SCOPRIRETE QUANTO VALORE SANNO ESPRIMERE MOLTI NOSTRI GIOVANI 

POLETTI sugli Italiani all'estero; possono bastare le scuse?

"Quelli che se ne vanno sono sempre i migliori, se ne vanno 100mila; sarebbe a dire che i 100mila bravi e intelligenti se ne sono andati e quelli che sono rimasti qui sono tutti pistola. Permettetemi di contestare questa tesi; io conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata perché questo paese non soffrirà moltissimo a non averla più tra i piedi"*, l'ha affermato il ministro Poletti.
Si spieghi meglio e non si trinceri dietro delle scuse ...tardive. Altro che "mi sono espresso male", si era espresso a chiare lettere e il tono non era certo dei più benevoli.
Mi ha deluso e, amareggiato, potrei rispondere: "Allora ministri come lui meglio non averli tra i piedi"?
Non basta gravarne molti di loro di  inique tasse sulla casa lasciata in Italia, ora li denigrano.
Quando un ministro della Repubblica, che per un certo verso ha parafrasato una sua collega che definiva choosy i nostri giovani senza che nessuno del governo la censurasse, dimostra come gran parte della classe politica sa ben poco di cosa rappresenta quella straordinaria classe di nostri connazionali  che, in centomila all'anno, si mette alla prova rischiando in proprio.
Quando si ricoprono certe posizioni occorre capirne di quello che si afferma e, comunque, riflettere.
Dato che non sono un politico il mio invito a dimettersi è quanto mai autorevole, non strumentale: servirà anche come insegnamento per i politici che ben poco sanno e magari quel poco male, su cosa significhi per un giovane Italiano lasciare la propria casa, la propria famiglia, i propri beni e andare a lavorare all'estero, all'estero dove vige la meritocrazia.
Ma Renzi, di cui il signor Poletti è stato ministro, non ha girato l'Europa per raccogliere i voti dai nostri connazionali per il Sì al referendum?
No comment.
Ripeto qui quando vado dichiarando da tempo: per come li conosco i nostri Emigranti portano onore all'Italia! Invito a leggere questa lettera pubblicata da L'Espresso
http://m.espresso.repubblica.it/attualita/2016/12/20/news/caro-poletti-avete-fatto-di-noi-i-camerieri-d-europa-1.291709
* Linguaggio certo alquanto fine e, comunque, se il ministro li conosce faccia anche i nomi, è un suo dovere, grazie; inoltre una  doverosa precisazione: 100mila i giovani che se vanno ogni anno mentre i 60 milioni hanno ogni età, compresa la sua.  

lunedì 12 dicembre 2016

Componenti nuovo governo, e anche con Gentiloni si cascò sui titoli

"al dicastero degli affari esteri l'onorevole avvocato Angelino Alfano, al dicastero della salute l'onorevole Beatrice Lorenzin, al dicastero della difesa la senatrice Roberta Pinotti, al ministero dei rapporti col Parlamento ...la senatrice dottoressa Anna Finocchiaro, ministra senza portafoglio, l'onorevole dottoressa Marianna Madia, professor Claudio De Vincenti, senatore dott Domenico Minniti detto Marco, professor Pietro Carlo Padoan ministro dell'economia e delle finanze, dottor Carlo Calenda, l'onorevole dottor Luca Lotti, dottor Maurizio Martina ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, dottor Gianluca Galletti; poi, subito dopo il dottor Graziano Delrio, ecco chiamare "signor Giuliano Poletti ministro del lavoro e delle politiche sociali"
Basterebbe questa elencazione per un lapidario NO COMMENT e non mi riferisco alla scelta dei ministri ma al titolo che precede i loro nomi. Che senso, ma soprattutto, che valenza aveva precedere con onorevole alcuni nomi, forse per mettere Lorenzin e Orlando (non laureati) su un gradino più alto di Poletti semplicemente (!!!) Signor? Onorevole non è un titolo!*
Un dettaglio che dovrebbe spegnere polemiche sorte all'indomani della sua nomina: "senatrice Valeria Fedeli ecc..." senza chiamarla dottoressa perché il suo diploma di laurea non equivale a dottor.
Domando: ma non era più elegante presentarli tutti con un Signora, Signor?
Sul sito  ilcerimoniale.it si legge: "Di solito, meno si conta più appellativi esornativi si conservano..."
E al TG2, nel servizio delle ore 20, ecco anche un soffermarsi "sul look delle ministre", davvero ci mancava.
Comunque sia ...Buon lavoro nell'interesse dell'Italia...e con  signorilità.

L'autorevole Enciclopedia Treccani così definisce Onorevole "è appellativo riservato ai membri del Parlamento, deputati e senatori (abbreviato di solito in on.)". Appellativo, appunto, non titolo

domenica 4 dicembre 2016

Ha vinto il NO, ovvero la vittoria con tanti padri, e adesso?

Intanto, dopo aver paventato brogli e catastrofi costituzionali,  saranno in tanti ad arrogarsi il merito della vittoria.
Comunque, a rigor di logica, se a sostenere il Sì era solo il PD mi sa che con il 40% sia comunque il partito di maggioranza relativa.
E adesso, con le annunciate dimissioni di Renzi, dopo che avranno esultato quasi tutti gli schieramenti politici, chi si assumerà la responsabilità di mandare avanti il Paese senza gravarlo di nuovi oneri e problemi?
Mi sa che hanno vinto quelli del tanto peggio tanto meglio, o no? Stiamo a vedere; intanto lo sconfitto, dato che è UNO, con il risultato del 40.89%, rappresenta pur sempre la maggioranza relativa.
Hanno fatto bene i conti coloro che incitano al voto subito?


venerdì 2 dicembre 2016

Referendum, il disperato appello per salvare il CNEL

Non ce lo saremmo mai aspettato, ma stamane, nell'ultimo giorno di propaganda per il Referendum, abbiamo sentito in tv esaltare il ruolo del CNEL che pure ci costa milioni di euro ogni anno.
Non ce lo saremmo mai aspettato visto che anche molti sostenitori del No ammettevano che un referendum per la sua abolizione avrebbe portato al 90% di approvazione
Non devono essere bastate varie inchieste come quella di Fabio Pavesi del 13aprile 2014 sul Sole 24 Ore

Salvini: accuse sui voti dei nostri connazionali all'estero

Nel momento in cui pubblico questo post il sito della Lega Nord non ha ancora ripreso la dichiarazione di Matteo Salvini secondo cui i voti degli Italiani all'estero sarebbero stati (io uso il condizionale mentre lui l'afferma) "comprati o inventati" (come si legge su Corriere, Repubblica, Il Fatto Quotidiano, Il Giornale).
Ed è alquanto sconcertante leggere anche: "Il Comitato del No ne sorveglierà lo spoglio, dopo aver minacciato il ricorso".
A questo punto, per come conosco l'onestà e il senso della correttezza che hanno i nostri Emigranti, non ho più dubbi: voterò l'opposto di quanto chiede il leader della Lega dal quale mi aspetto le dimissioni da europarlamentare.