martedì 22 novembre 2016

Premi USSMB "Valori di Sport"

L'Unione Società Sportive Monza Brianza, per iniziativa del suo presidente Fabrizio Ciceri, in occasione del 40° anno di attività, ha inteso gratificare chi fa della dedizione allo Sport, uno scopo importante ed esemplare della propria vita.
Gente magnifica che opera lontano dai riflettori della celebrità, nondimeno è particolarmente preziosa all'economia di una società sportiva.
La scelta sarà appunto affidata alle numerose società affiliate all'USSMB affinché individuino i meritevoli tra i propri dirigenti, allenatori, tecnici, collaboratori.
La cerimonia si terrà alle 10 di domenica 4 dicembre presso la storica Forti e Liberi di Monza, in via Cesare Battisti 30.

lunedì 21 novembre 2016

LA FOTOGRAFIA E’ GIORNALISMO

La fotografia è una protagonista di arte e cronaca; racconta per immagini il mondo, ce lo avvicina, ce ne rende partecipi. 

“Cosa sarebbe una notizia senza una fotografia?” è la domanda che possiamo porci nella certezza di assegnarle una scarsa rilevanza; eppure la fotografia giornalistica, di testimonianza,  è di epoca abbastanza recente, soprattutto in Italia e lo si deve alla rivista Epoca che apparve sulla scena dell’informazione nel 1950 riprendendo quello stile ormai consolidato di periodici come Life.
Basti pensare che Eugenio Scalfari, presentando nel 1976 il nascente quotidiano la Repubblica, escluse che vi sarebbero state pubblicate foto di cronaca; il rispondere alla realtà lo smentirà di lì a poco. D’altronde è solo di quell’anno l’apertura ai fotoreporter dell’Ordine Nazionale Giornalisti. Il giornale è cronaca, e lo testimonia The Times che, nato nel 1785 come raccolta di annunci, si trasformò pochi anni dopo in un utile mezzo d’informazione fino alla sua definitiva consacrazione (triplicandone la tiratura) nel momento in cui un suo cronista venne inviato a Parigi per raccogliere e descrivere gli avvenimenti che portarono alla Rivoluzione Francese. Ci sarebbero state benissimo anche delle immagini, ma per la nascita dei mezzi tecnici dovevamo aspettare ancora mezzo secolo. 

Si dice che un’immagine vale più di mille parole; infatti il fotoreportage  “fa leggere il mondo” e, spesso, basta una sola istantanea per descrivere un momento sociale, una vicenda storica: “Bacio davanti all’Hotel de ville” di Robert Doisneau (1950) oppure quello del marinaio in Times Square, di  Alfred Eisenstaedt  (1945). Immortale quella, opera di Robert Capa, del miliziano colpito a morte durante la guerra civile spagnola (1936), così come carri armati sovietici dati alle fiamme da bottiglie molotov durante l’insurrezione ungherese nel novembre 1956. 
Maria Grazia Cutuli ritratta da Isabella Balena

Ospitata dal Teatro dell’Arte, la Fondazione Corriere della Sera ha dedicato all'argomento un convegno condotto da Gianluigi Colin nell'ambito di Bookcity: Fotografia e giornalismo. Più esattamente una carrellata di testimonianze di odierni fotoreporter che hanno portato, attraverso l’obiettivo, foto-documenti di estrema attualità: sguardi della vita nelle fabbriche, delle rivolte studentesche, delle migrazioni, dei giochi di bimbi alle case crivellati dai colpi di guerra; scenari dove, comunque, si evoca la Vita. Uno per tutti Uliano Lucas con la celebre foto dell’immigrato sardo che, portando una valigia e un enorme scatolone, transita davanti al grattacielo Pirelli (1968). 

Ma, testimoni per immagini, lo sono anche Isabella Balena, Arturo Carlo Quintavalle, Ferdinando Scianna o la polacca Monika Bulaj,  che hanno trasferito attimi di realtà ai nostri occhi, alle nostre riflessioni, alle nostre coscienze ricordandoci che il protagonista fondamentale è sempre l’uomo.  


nota: ho autorizzato la riproduzione dell'articolo a Teleinsubria.net 

martedì 15 novembre 2016

La politica corteggia gli Italiani all’estero mentre fa pagare loro imu, tasi e tari

Ebbene sì, siamo a questo punto: i politici sostenitori del Sì e del No le inventano tutte pur di conquistare il voto dei nostri Emigranti. Si sono accorti che sono circa 4.300.000, tantissimi che potrebbero spostare l’esito del referendum verso una parte o l’altra.
Intanto, però, occorre smontare subito una tesi degli sponsor del No a proposito della “perdita di democrazia”: se si elimina il Senato gli Italiani all’estero perderebbero ben poco: solo 6 (sei) senatori sui 315 (trecentoquindici) che attualmente occupano le poltrone di Palazzo Madama. Sei senatori (più dodici deputati) che non hanno impedito al governo  Monti di varare il famigerato d.l. 201/2011 che lasciava discrezione ai comuni per applicare l’imu come seconda casa sugli immobili lasciati vuoti e sfitti in Italia dagli iscritti all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero. Quegli stessi iscritti all’AIRE che entro il 16 dicembre dovranno pagare il saldo di quell’ingiusta imu, ed altrettanto ingiuste, quanto incostituzionali, tasi e tari. Perché, e qui mi rivolgo ai sostenitori di entrambe le fazioni, non è decisamente ben più antidemocratico quanto offensivo fare pagare una tassa, come quella sui rifiuti, per un servizio che non utilizzano? Chiedo loro come possono quei nostri Italiani che, vivendo a centinaia o migliaia di km di distanza, produrre rifiuti? Non li producono mentre danno, grazie alla loro opera, onore e prestigio all’Italia!
E’ grave ricordarsi solo ora dei nostri Emigranti perché è forte la preoccupazione di tutti  coloro che perderanno le poltrone del Senato, del Cnel e delle Province se vince il Sì.  I nostri Emigranti non dimenticano e l’esito alle Europee del 2014 fu chiaro. I partiti di destra, immemori dell'azione di Mirko Tremaglia, non hanno raccolto il suo messaggio.  Una prova fu l’esito delle elezioni a Milano: i partiti pro Parisi non spesero una sola parola a favore dei milanesi all’estero (circa 100mila) e pagarono questo disinteresse perdendo al ballottaggio per  soli 17.429 voti.  E come mai, ora, quegli stessi Italiani tornerebbero utili? 
Che dire? Più facile sbandierare spauracchi per difendere poltrone, che togliere imposte e tasse inique?

mercoledì 9 novembre 2016

E vinse Trump

Contro le previsioni di tanti opinion maker che negli ultimi giorni hanno affollato i nostri salotti televisivi rivelando una competenza prevalentemente circoscritta ad ambienti dell’economia, dell’alta finanza, ha vinto Donald Trump. "Esperti e autorevoli"  forse nutriti più di aperitivi delle conferenze stampa che di contatti diretti, reali; sondaggisti ai quali non chiederei neppure se una selezione della nostra Nazionale può vincere su una squadra di scapoli ammogliati over 40.
Eppure i talk show continuano ad ospitare gli stessi...
L’esponente repubblicano  era sovente descritto con toni ironici, si era scavato nella sua vita privata, si era presa di mira l’origine comunista  della moglie Melania (slovena). Tra i tanti sinonimi per citarlo, con deprecabile fantasia si era usato tycoon (magnate). Trump era stato dipinto come la minaccia e quindi i favori non potevano che andare a Hillary Clinton; in realtà l’auspicata vincitrice per noi europei e per una visione liberal che, tuttavia, non è così dominante in America.  E a votare andavano loro, i cinquanta stati. 
Ai più sfugge che gli USA non sono solo a Los Angeles, San Francisco, New York, Philadelphia o Chicago: è sui pier dei porti di New York, di Baltimore, di South Louisiana, di Houston o di Mobile; è nelle vaste estensioni rurali della Green America, è anche in quel Grande Paese che puoi vedere viaggiando sui bus o suo treni di Greyhound o Amtrak in un coast to coast con gli occhi ben aperti.
Si parla di risultati choc, sorprendenti; la signora Clinton aveva confidato troppo nei sondaggi che la davano in netto vantaggio, eppure la sua lunga esperienza nella politica, la sfida con Obama nel 2008 per la designazione a candidata presidente avrebbe dovuto esserle d'aiuto.
Intanto, però, ecco un particolare di non poco conto: stamane, quando si profilava la sconfitta, Hillary Clinton non si è presentata ai suoi supporter che per mesi avevano sgobbato senza sosta per portarla alla vittoria; nel quartiere generale è apparso invece John Podesta, il presidente della sua campagna elettorale che, pur col groppo in gola, ha continuato a confidare sulla conta dell'ultimo voto. No, la mancata presidente non ha saputo perdere; lecito domandarsi: avrebbe saputo vincere?
Intanto registriamo le pronte félicitations di Marine Le Pen "victoir du peuple américain libre" e poi, da casa nostra: “con la vittoria di Trump riprende quota Matteo Salvini” (che c'entra?) mentre Grillo ritiene che il movimento che c’è dietro Trump sia simile a quello dei Cinquestelle" (come se il Republican Party sia stato fondato un mese fa e non nel 1854).  E poi i convenevoli con frasi di circostanza: "siamo pronti a collaborare".
Allora credo che Trump possa stare tranquillo: la sua America potrà finalmente contare su una squadra di solidi alleati. 

domenica 6 novembre 2016

REFERENDUM, Berlusconi si appella agli Italiani all’estero, ma…

…tardivamente perché sembra che i nostri connazionali, oltre ad una crescente disaffezione verso i politici, abbiano cambiato completamente indirizzo nel loro voto.
Le conferme le abbiamo dalle ultime elezioni europee: nel  2014 dei nostri Emigrati andò a votare il 58,7%  contro il 66.3%  del 2009.  Le scelte di voto cambiarono radicalmente: nel 2009 tutto lo schieramento di centrodestra aveva ottenuto 37.408 voti (il solo PDL ebbe 29.331 voti) mentre  nel 2014 al centrodestra andarono solo 15.697 voti di cui 9.033 a Forza Italia. Opposto l’esito per il PD che nel 2009 ebbe 19.021 voti contro i 30.370 del 2014 (Renzi segretario).
Oltretutto, con la vittoria del Sì al referendum, non so quanto  possa influire la “perdita” di rappresentanza perché sono solo 6 (su 315) i senatori eletti nella circoscrizione estero.
Se il presidente Berlusconi viene a sapere quanto vado a narrare credo che si inquieterà non poco.
In occasione delle ultime elezioni amministrative (lo scorso giugno) ho colto una certa superficialità da parte di candidati del centrodestra nei confronti degli Italiani all’estero. A Milano venne fatto appello allo schieramento pro Stefano Parisi (Mariastella Gelmini in primis) perché si prendesse a cuore la situazione degli iscritti all’AIRE (che pure avevano diritto al voto), ma l’argomento venne sottovalutato, non udii una sola frase in quella direzione. Non si tenne conto che solo Milano ha circa 100mila emigranti che hanno lasciato a casa famigliari ed amici che avrebbero visto con simpatia un partito o un candidato sindaco sensibile a quel grande tema che è l’emigrazione italiana.  
Volete sapere come andò a finire?  Al ballottaggio Beppe Sala vinse con 264.481 voti contro i 247.052 andati a Stefano Parisi: uno scarto di soli 17.429 voti. E Silvio Berlusconi si può irritare.


sabato 5 novembre 2016

Fanfara Carabinieri "Lombardia", arrivederci a Bergamo

Gianmaria Italia con alcuni Carabinieri della Fanfara

Sabato 12 novembre avrò nuovamente l'onore di presentare un concerto della Fanfara del III Rgt Carabinieri "Lombardia" diretta dal M.llo Andrea Bagnolo
Gianmaria Italia con il M.llo Andrea Bagnolo

Sarà alle 18 presso Il Teatro Sociale di Bergamo Alta dove, accompagnate dagli straordinari orchestrali in divisa, potremo ascoltare le voci di Daniela Stigliano (soprano), Igacio Encinas (tenore) e Luciano Andreoli (basso).
La notizia anche nella pagina fb dell'Assoc. Nazionale Carabinieri di Bergamo che festeggia gli 80 anni di fondazione
  https://www.facebook.com/events/1646501808981151/

Su Bergamo Tv il servizio sull'intero Gran Concerto di Melodie Immortali (4 tempi in sequenza)
http://www.bergamotv.it/bgtv/speciali/-29079/SI_78136/