mercoledì 30 settembre 2015

La Commissione UE e tasse sulla casa

Dire che siamo stufi dei bacchettamenti europei è ormai un assunto.
Una domanda credo sia dunque prioritaria: ma nella Commissione UE non ci sono Italiani? Quando si candidano proclamano in tutte le nostre piazze che andranno a Bruxelles a difendere l'Italia. Ho qualche dubbio perchè non passa settimana che qualche provevdimento o dichiarazione ci ponga nell'angolo.
Trascrivo quanto pubblicato da Repubblica.it: "La Commissione europea ritorna con particolare forza sul tema dello spostamento delle tassazione sulla proprietà della casa perché considera una delle vie per aumentare le entrate senza effetti collaterali negativi sulla crescita economica".
Senza effetti collaterali negativi sulla crescita economica?
Juncker deve avere una visione alquanto limitata a casa propria, al Lussemburgo dove le case si affittano dalla sera alla mattina o si vendono nel giro di due settimane. In Italia si affittano abbastanza presto ma dopo sei mesi il proprietario rischia di non incassare più la pigione, in compenso il mercato delle vendite langue e le imprese e i loro fornitori sono nei debiti fino al collo. Basta guardarsi attornpo, in città, in provincia e nei luoghi di villeggiatura: edifici sguarniti, cadaveri di case che ti guardano con gli occhioni delle finestre senza serramenti.
Ha fatto pertanto bene Renzi a rispondergli che sulla politica fiscale è il nostro governo che decide. E deve decidere definitivamente l'azzeramento di imposte e tasse sulla prima casa senza aumentare quelle sulla seconda altrimenti ci affossiamo. 
La casa va intesa come un settore che ha un indotto industriale vastissimo a cui si aggiungano il commerciale e il terziario. In questi ultimi quattro anni, dal d.l. 201 del 6 dicembre 2011 (presidente Monti) è stato un susseguirsi di "tegole sul mattone" (!!!) che hanno mortificato i risparmi delle famiglie. Non smetto di ricordare che sono gravate come "altri fabbricati" tutte le abitazioni lasciate qui sfitte dai nostri Emigranti perchè si è data retta ai piagnucolamenti dei Comuni che vogliono incrementare i loro introiti.
Monsieur Juean-Claude Juncker e la Commisisone UE rivolgano quindi altrove le loro attenzioni e il Governo Renzi porti porti presto a conclusione gli sgravi sulla proprietà edilizia.

 

martedì 29 settembre 2015

Guanti per frutta e verdura. E la UE?

Vado spesso in un paese dell'UE dove nei supermercati sono messi a disposizione i guanti e, lo affermo con orgoglio, solo i clienti italiani li usano. Poi però mi irrito perchè, vedendo gli altri che, con mani che chissà dove sono state prima, toccano quelle albicocche, quelle fragole o quei chicchi d'uva che potrebbero finire sulla mia tavola, la mia protesta al direttore del negozio cade nel vuoto.
In Italia non c'è una legge specifica, solo raccomandazioni da parte delle autorità e questo mi sconcerta: al Parlamento UE si fissano norme per le misure delle cozze ma nessun obbligo di usare i guanti per toccare i prodotti alimentari sfusi.
No, i guanti vanno utilizzati e a chi fa il cattedratico ambientalista solo perchè, credendosi il salvatore del pianeta, paventa i danni derivati dal petrolio consumato per produrli, ricordo che il guanto poi lo tengo perchè in auto o in casa per verniciare o fare dell'altro, può sempre tornare utile.
Questo, qualcuno me lo passi, è un piccolo ma significativo esempio di riciclaggio funzionale.

lunedì 21 settembre 2015

Quando una miss stecca

 Una frase alquanto infelice di Alice Sabatini, eletta poco dopo Miss Italia, ha generato mille considerazioni prevalentemente negative.
Dato che le concorrenti non sono giudicate solo per la loro bellezza mi domando quale valenza abbia avuto quella "stecca" perchè poi la signorina ha vinto.
Non è mio compito o intenzione emettere giudizi, senz'altro ritengo che tutto il richiamo che si dà a manifestazioni come questa allontanino l'attenzione da una realtà che invece deve essere portata in primo  piano ed elogiata:  
le decine di migliaia di nostre ragazze (e ragazzi) che vogliono migliorare la propria cultura integrandola, arricchendola,  frequentando corsi serali dopo una giornata di lavoro o quelle centinaia di migliaia che negli ultimi anni hanno fatto le valigie e sono andate a lavorare all'estero portando onore all'Italia: sono Risorse (con l'iniziale maiuscola) di un'Italia che non cerca passerelle e riflettori per affermarsi.

giovedì 10 settembre 2015

TOGLIERE L'IMU A SPESE DI?

Più o meno apertamente esultammo tutti quando Silvio Berlusconi dispose che la prima casa, quella di residenza, sarebbe stata esentata dell'ICI. Quando poi i comuni cominciarono a lamentare le minori entrate "se erogo servizi devo avere le risorse" allora ecco levarsi le voci dei detrattori di quel provvedimento e così si tornò a gravare di IMU (ex ICI) la prima casa e aumentare, in certi casi più che raddoppiare, quella per la seconda (altri fabbricati). Si arrivò perfino a farla pagare (come "altri fabbricati") ai nostri emigranti per la casa che avevano lasciato sfitta  in Italia senza che nessuno insorgesse contro questa ingordigia chiedendo quali servizi comunali potevano mai essere erogati ad una casa vuota. Ho più volte detto e qui lo confermo che fare cassa sulla pelle dei nostri emigranti è inqualificabile.
Da un paio di mesi il presidente Renzi va ripetendo che dal 1916 verranno eliminate tutte le imposte sulla prima casa. E l'ha ribadito a chiare lettere pochi giorni fa: "Io lo giudico un fatto di giustizia non pagare le tasse sulla prima casa dopo che magari uno per trent'anni ha pagato un mutuo. Dobbiamo dare un messaggio di tranquillità, ora possiamo finalmente ripartire".
Ben venga, ma non era stato il PD a sostenere che era doveroso farla pagare a tutti gli immobili?
Adesso nessuno del suo partito contesta Renzi perché è presumibile (non siamo in pochi a sospettarlo) che si finirà per appesantire gli oneri sulla seconda casa.
Le conseguenze del forte aggravio che queste ultime già subiscono e davanti agli occhi di tutti: paesi, cittadine dove si cerca di sbarazzarsi di un bene che aveva, mediante gli oneri d'urbanizzazione e le spese correnti dei proprietari, portato fiumi di denaro alle casse comunali. Adesso quei centri di villeggiatura mostrano serie interminabili di cartelli con la scritta VENDESI, sia per immobili di recente costruzione, ma vuoti, e appartamenti che i privati tentano di vendere. Che desolazione! Ma ce ne è un'altra: quella delle amministrazioni comunali che, piagnucolose, lamentando le minori entrate e alambiccano per ottenere nuove entrate salvo non avere il coraggio di ridurre le proprie spese. Qualche esempio? Si contino quanti piccoli comuni hanno accettato di fondersi. Si continuano così a pagare le spese di funzionamento per scuole primarie frequentate da 10-14 alunni in una sola scuola: mi tornano alla memoria le monoclassi dei piccoli borghi di montagna negli anni '50.
I sindaci si aggrappano agli steccati dei loro orticelli e le autorità centrali preferiscono autorizzare aumenti di tasse locali piuttosto che usare il bisturi: "un medico pietoso fa la piaga cancrenosa", ricorda un vecchio adagio.

martedì 8 settembre 2015

LA MEMORIA CORTA DELL'UNGHERIA (ma che comportamento tiene la Germania?)

Per chi, come me, ha passato i 60 anni verrà certo alla mente l'insurrezione anti-sovietica degli ungheresi: dal 23 ottobre all'11 novembre del 1956. Una ventina di giorni molto sanguinosi che infiammarono le coscienze e commossero il mondo libero. Si contarono quasi 3.400 vittime tra ungheresi e sovietici, più di 20.000 feriti e circa 250.000 ungheresi cercarono rifugio all'estero: profughi. Nel 1961, quella rivolta soffocata dai carri armati ispirò il film I Sogni muoiono all'alba sceneggiato da Indro Montanelli.
 Il 1° maggio 2004 l'UE ha accolto tra i suoi membri l'Ungheria e un'adesione comporta, oltre che tutti i benefici, anche un senso di partecipazione solidale.
Mi sembra che quei muri, quei reticolati eretti nei giorni scorsi per impedire il transito dei profughi attraverso l'Ungheria, stonino alquanto, sia con lo spirito dell'UE che con la memoria storica di questo Paese.
Stanno facendo il giro del mondo le immagini della camerawoman di N1TV che sgambetta un profugo che, già carico del proprio bagaglio e con in braccio un bimbo, fugge dalla polizia che sta disperdendo la folla. L'uomo ed il bimbo cadono e lei, imperterrita, filma la scena dell'uomo che attonito, si rialza e, comprensibilmente, impreca.
La stessa operatrice è sorpresa mentre sferra un calcio alla gamba di un'altra bambina, una profuga in fuga, e poi la filma. Sconcertante e inquietante nello stesso tempo. Meno male che altri operatori hanno ripreso quelle scene così tutti hanno potuto vedere, indignarsi e l'editore di N1TV Kisberk Szabolcs prendere il più conseguente dei provvedimenti: licenziarla.
Ungheria, altri popoli cercano una nuova vita, non lasciare morire i loro sogni.
p.s. questa mia esortazione si inquadra chiaramente nell'analisi sull'Ungheria; non nascondo invece la mia perplessità per il comportamento della Germania: fino ad una decina di giorni fa aveva lasciato sole Italia e Grecia a fronteggiare il flusso migratorio degli sventurati nel Mediterraneo mentre ora sale in cattedra a prendere le lodi quale loro "benefattrice". Sarà il caso di non perdere di vista i provvedimenti che la Germania prenderà nei confronti dei lavoratori dell'UE che si dovessero disgraziatamente trovare senza lavoro: ci ricordiamo che qualche mese fa minacciò di espellerli se erano senza i mezzi per pagarsi un alloggio?

venerdì 4 settembre 2015

Alla BETA un libro su TINO BRAMBILLA



A Sovico, in una grande sala-museo della Beta, sono esposti caschi e significativi cimeli che testimoniano la stretta collaborazione dell’azienda brianzola con l’automobilismo ed il motociclismo; il pezzo più importante della collezione è il musetto rosso della March 751 con cui Vittorio Brambilla vinse, pardon, trionfò, nel GP d’Austria a Zeltweg il 17 agosto 1975. Vittorio e Ernesto “Tino” Brambilla: un binomio di piloti ed elaboratori di macchine che sono entrati nella leggenda motoristica. 
© foto di gianmaria italia

Non potevano quindi non essere  la Casetta Beta, nel cuore dell'Autodromo, ad ospitare, giovedì 3 settembre, la presentazione del libro su Tino Brambilla e l’affluenza numerosa e qualificata all’evento ha confermato la leggenda.
Scritto da Walter Consonno, peraltro fratello del pilota Peo che da giovane lavorò come meccanico presso le Officine Brambilla, “Tino Brambilla, mi è sempre piaciuto vincere” raccoglie ed esprime, con testimonianze ed immagini, “quel mondo e quella Monza che non c’è più”, come ha ben sintetizzato Carlo Gaeta presentando l’opera. Una raccolta di esperienze umane e sportive introdotta dalla straordinaria prefazione scritta da Giorgio Terruzzi. E Terruzzi, al pari di altri giornalisti, fotoreporter ed appassionati tra cui il presidente dell'USSMB Pietro Mazzo, erano sotto la grande tenda dell’hospitality allestita nel giardino della Casetta Beta dove, a fare gli onori di casa, c’era Fabrizio Ciceri la cui famiglia ha legato, fin dall’inizio, la propria stima e amicizia ai fratelli Brambilla "Hanno rappresentato una parte sicuramente importante e significativa della nostra vita, non solo sportiva, ma soprattutto umana - mi ricorda con malcelata commozione Ciceri - che agli occhi dei più si è espressa soprattutto sotto forma di sponsorizzazione; una  collaborazione che ritengo fondamentale perchè i due fratelli abbiano potuto esprimersi al meglio e percorrere la luminosa carriera che conosciamo. Vittorio e mio papà erano nati, sebbene in anni diversi, lo stesso giorno ed erano soliti festeggiare il compleanno insieme. Un piccolo esempio, uno dei tanti indelebili ricordi che sicuramente hanno arricchito la nostra vita"  Una collaborazione che, come è facile rilevare, andava bel oltre il rapporto sponsor pilota.



© foto di gianmaria italia
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