giovedì 17 aprile 2014

GIULIANO POLETTI, quel signor tra gli onorevoli (appello a Donato Marra)



Donato Marra è, malgrado il suo riserbo, una tra le persone più importanti della gerarchia politica italiana: è il segretario generale della Presidenza della Repubblica. Ha avuto un momento di popolarità (e per me di simpatia) quando, nell’aprile del 2013 in occasione del giuramento dei ministri del governo Letta, si domandò a bocca aperta: “ma come si pronuncia Kyenge?”, e così lo udirono in molti. Qualche giornale commentò, impropriamente, che Marra era incorso in uno svarione, aveva commesso una gaffe. Io invece la pensai come lui: sentire storpiare il proprio nome, soprattutto in un’occasione così importante, darebbe fastidio a chiunque, pertanto il dubbio del Segretario era lecito.
Marra, che vanta una laurea con lode e un’esperienza “nel Palazzo” di primordine, mi ha lasciato tuttavia  perplesso in occasione dell’ultimo giuramento, quello dei ministri del governo Renzi (febbraio 2014). Tutti possono rivedere le varie fasi della cerimonia su YouTube e riascoltare la voce del segretario Marra che chiama al giuramento e alla firma: “Dottor Matteo Renzi, onorevole avvocato Marisa Elena Boschi, onorevole dottoressa Maria Anna Madia,…”  e via via fino all’"Onorevole dottor Maurizio Lupi..." seguito subito dopo da “Signor Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali”: nessun titolo ma Marra non si era sbagliato, Poletti è infatti un perito agrario, diplomato quindi al pari di un geometra o un ragioniere, però non si dice "perito agrario Poletti". Sarebbe stato lo stesso per Beatrice Lorenzin (diploma liceo classico) e Andrea Orlando (maturità scientifica), solo che, quali deputati, Marra li ha chiamati onorevoli.
Quel semplice (?) Signor in mezzo a vari titoli e appellativi a me è sembrata una stonatura e credo l'abbia pensato anche il dottor  Marra che stavolta si sarà domandato (a bocca chiusa) “ma perché tutti ste onorevoli, avvocati e dottori e ora solo signor?” Me lo domando anch’io e lo chiedo al Segretario generale del Quirinale: “Ma perché non la smettiamo di utilizzare, spesso impropriamente, l'aggettivo onorevole? Dalla Sua posizione faccia emanare una disposizione affinché l’appellativo onorevole sparisca dai testi ufficiali. Oltretutto, come Lei certamente sa, è pure un vanitoso riappropriarsi di quanto fu abolito nel marzo 1939". 
*
L'autorevole Enciclopedia Treccani così definisce Onorevole "è appellativo riservato ai membri del Parlamento, deputati e senatori (abbreviato di solito in on.)". Appellativo, non titolo. 


mercoledì 9 aprile 2014

GIOVANI ITALIANI: un ceffone ai loro detrattori

Ho appena ricevuto una mail che mi ha scritto un conoscente (da questo momento Amico). E' giovane, mi scrive da Brighton (Inghilterra) dove si è trasferito cercando un lavoro, una riscossa, una maggior valenza al suo mestiere di esperto in informatica. Ecco un brano del suo messaggio: "Solo qua a Brighton ho perso il conto degli italiani che incrocio quotidianamente, tutti giovani che provano a trovare lavoro qui. Disposti, anche con una o due lauree in tasca, a fare i lavapiatti qui per guadagnare qualcosa!"
Un sonoro schiaffo morale a tuitti coloro che, standosene in panciolle in casa nostra, magari pagati da denaro pubblico, gridano ai quattro venti che i nostri giovani sono pigri, non hanno voglia di lavorare.
Un'offesa vergognosa, un'altra di quelle che, ingiustamente, mettono in ombra il nostro Paese e la sua Gente.