lunedì 31 marzo 2014

IL PRIMO SOLDO GUADAGNATO E' QUELLO RISPARMIATO

E' un  saggio adagio che ci accompagna da generazioni; torna però più frequentemente sulle nostre labbra adesso che i guadagni alloggiano fra i ricordi e occorre risparmiare. 
Bastasse intervenire su una sola voce di spesa sarebbe più semplice, ma non è così. Allora ecco che l'uso dell'automobile si fa ancor più oculato, lavatrice e lavastoviglie sono messe in moto solo quando piene, appena posso preferisco usare il telefono fisso perchè le chiamate mi costano meno, ogni volta che lascio una stanza ho cura di spegnere la luce alle mie spalle. Faccio male?
Dopo essermi accorto che il consegnare la carta di credito al negoziante non mi faceva sentire molto l'onere di quanto pagavo, ho ripreso l'abitudine di fare la spesa pagando in contanti. Così mi sono scoperto parsimonioso; ne ha guadagnato la dispensa, ora meno affollata. Un contributo a questa decisione l'ho avuto quando, cercando un prodotto, ne ho scoperti alcuni di cui avevo dimenticato l'acquisto. Quando ho letto la data della scadenza mi sono ...spettinato. Con un certo timore ho fatto l'inventario delle giacenze e mi sono rimproverato: avevo fatto grandi acquisti solleticato dallo sconto, ma gli scarti stavano azzerando l' "affare". Allora ecco riaffacciarsi l'antico ma inossidabile proverbio: "il primo soldo guadagnato è quello risparmiato". Mi sa che qualche saggia nonnina deve averlo ricordato anche a Matteo Renzi, riuscirà però a convincere tutti gli altri?

mercoledì 26 marzo 2014

"NO AI TAGLI IMMOTIVATI". E quelli alle pensioni?

Oggi, mentre era in visita all'ANSA, il Capo dello Stato è stato esplicito: "No ai tagli immotivati di spesa. La spending review dovrebbe intervenire con capacità selettiva; bisogna passare a tagli ragionati in base ad un nuovo ordine di priorità".
E tutti hanno pensato si riferisse (ad esempio) alla riduzione degli F35; a me piace invece associare a questo auspicio del presidente Napolitano la più volta annunciata riduzione delle pensioni che sono un'assoluta priorità per le famiglie italiane, cioè per il Paese. Il popolo dei pensionati non ha la possibilità di dare clamore alla propria protesta, gli resta solo l'amarezza di constatare la disinvoltura con cui il mondo della politica attinga a larghe disponibilità finanziarie (denaro dei contribuenti) che si è approvate ignorando i drammi famigliari della gente "comune". Sconcerta che il commissario Cottarelli, dopo aver constatato gli eccessi di spese nella politica e non chiudendo gli occhi di fronte alle ormai frequenti denunce di peculato e malversazione, abbia previsto tagli alle pensioni. No Dottor Cottarelli, un uomo della sua cultura ed esperienza finanziaria, non può proporci sacrifici in quel settore che ha già subito piccoli ma significativi tagli. L'ho già scritto in altri miei post: non vanno consideati gli importi al lordo ma al netto, a quanto entra realmente nelle tasche del pensionato che, molto spesso, deve sostenere i figli. 
Molto realistica la proposta di Giorgia Meloni (FdI): "Non si tocchino le pensioni fino a 5mila euro lordi e si verifichi quanto della quota eccedente deriva da contributivo o retributivo".
In caso contrario così si interpreti l'auspicio del Presidente della Repubblica: il taglio alle pensioni sarebbe immotivato.

sabato 22 marzo 2014

ALTERNATIVA AGLI STRAPAGATI DIRIGENTI DI STATO

Secondo i piani del Presidente del Consiglio, per ridurre la spesa pubblica c'è anche quella di tagliare i compensi ai "super manager" di Stato.  Probabilmente la gran parte degli Italiani sarebbe rimasta all'oscuro di quanto questi signori percepiscono fino a quando l'Ing Mauro Moretti, dal 2006 a.d. delle Ferrovie dello Stato, non avesse sbottato "Se mi tagliano lo stipendio sono pronto ad andarmene".
Abbiamo così appreso che l'Ing Moretti percepisce 850mila euro all'anno (poco più di 2300 euro al giorno*)   
Matteo Renzi avrebbe commentato: "Quando Moretti avrà letto bene le mie intenzioni capirà e sarà d'accordo con me".
Un poco diversa invece l'opinione del ministro Maurizio Lupi: "Se vuole andarsene è libero di farlo": la considero in linea con quello che avrebbe dichiarato la maggior parte dei consigli d'amministrazione di aziende private che certo mal sopporterebbero una dicharazione di insofferenza da parte di un loro stipendiato.
Con tutto il rispetto per l'Ing Moretti il confrontare poi il proprio stipendio con quello del pari grado delle DB (Deutsche Bahn), le più importanti d'Europa, poteva risparmiarselo perchè qualche commentatore alquanto critico è andato subito a fare le pulci confrontando ampiezza delle due reti, i rispettivi fatturati, eccetera.
Probabilmente Moretti è la voce di altri superpagati dirigenti; a lui e agli altri un'esortazione: se una riduzione di stipendio è insoddisfacente hanno tutta la libertà di andarsene per approdare ad aziende che possano soddisfare le loro attese: auguri.
Al loro posto, caro presidente Renzi, faccia rientrare in Italia almeno un centinaio di nostri connazionali che si stanno facendo onore all'estero: costerebbero certamente meno e sarebbero orgogliosi di tornare in Patria e contribuire con le loro capacità manageriali a risollevare il Paese. Là, confrontandosi con una qualificata concorrenza, si sono fatti stimare perchè c'è la meritocrazia, qui la PARTITOCRAZIA.


* pensioni di pari importo lordo mensile sono al limite per vedersi bloccata la pure minima indicizzazione al costo della vita.